Al regista Philip Groning é stato concesso
il permesso di girare un film sulla vita dei monaci. Per quattro mesi,
tra la primavera e l'estate del 2002, Groning ha vissuto nel monastero e
ha seguito i monaci con la telecamera. Ha messo insieme una grande mole
di materiale (circa 120 ore) dal quale sono tratti i 160' di questo
viaggio in una realtà appartata e umile, densa di suggestioni. Lo
sguardo di Groning é timido, leggero, quasi impaurito. E con lui, anche
noi, piccoli ingranaggi dalla vita frenetica, siamo invitati ad
assaporare quel silenzio, a ridare valore agli oggetti, alle nude
pareti, agli elementi naturali, a un crocefisso ligneo che restituisce
la semplice centralità dell'essere umano, creato a somiglianza di Dio.
Alcuni canti, i rintocchi della campana, i momenti della meditazione, la
neve che crea divertimento e imbarazzo. La preghiera lega insieme il
trascorrere delle ore, allarga gli spazi, amplia gli orizzonti. Ne esce
un film da vedere all'inizio con qualche comprensibile 'fatica' (é anche
un esperimento di 'linguaggio' filmico) ma poi lasciandosi andare al
flusso delle immagini, alla sensazione di 'toccare' qualcosa di
intangibile ma di totalmente nostro. E questa condizione allora non é
più quella del 'silenzio' ma quella di una voce altissima, di dolore, di
comprensione, di speranza di salvezza.
domenica 21 febbraio 2016
mercoledì 17 febbraio 2016
I cappellani militari durante la Grande Guerra
I cappellani militari, o “soldati di Dio” come qualcuno li ebbe a definire, furono a tutti gli effetti tra le figure più importanti e significative della Grande Guerra. I soldati trovavano nel proprio cappellano un prezioso confidente, un ponte tra l’orrore della guerra e i ricordi della propria terra o della propria famiglia; una speranza tra la violenza e la morte. Grazie alla figura del cappellano, il soldato poteva sentirsi al riparo dai turbamenti che la guerra procurava. Il richiamo alla dimensione religiosa era spesso in grado di attenuare o perfino annullare i sentimenti negativi.
da RAI STORIA
martedì 16 febbraio 2016
La chiesa e i cattolici durante la Grande Guerra
3 settembre 1914: Giacomo della Chiesa, nominato cardinale di Bologna da soli 3 mesi, viene inaspettatamente eletto papa con il nome di Benedetto XV. La guerra è alla vigila di una delle sue svolte decisive, la battaglia della Marna. Da subito il nuovo pontefice denuncia la follia del conflitto e immediatamente si adopera per cercare di limitarne l’estensione e per promuovere le condizioni di un pace rapida, senza vincitori né vinti. I suoi appelli restano inascoltati. Nel frattempo il cattolicesimo italiano, in gran parte neutralista, non riesce a fare fronte comune con le altre forze contrarie all’intervento, socialisti e liberali giolittiani, per mantenere l’Italia fuori dalla guerra. Nel filmato interviene lo storico Alberto Melloni.
da RAI SCUOLA
domenica 15 novembre 2015
martedì 3 novembre 2015
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