giovedì 16 dicembre 2010
Un sogno per domani (Pay it forward): alcune riflessioni...
Il metodo-Trevor (il protagonista) prevede che non si possa restituire il favore, ma che questo vada passato. C’è qualcosa di diverso in questa scelta: la gratuità. Io faccio un “favore” per bontà e non per sdebitarmi. Fare qualcosa per gli altri e non per se stessi: è questa la logica di Trevor, perché se si avesse la possibilità di avere qualcosa in cambio si sceglierebbero le persone da aiutare anche e soprattutto in base alle proprie esigenze e nessuno aiuterebbe chi davvero ne ha bisogno. La gratuità, inoltre, non consiste solo nel farlo senza “nulla a pretendere”, ma anche nello stile: io non lo faccio per sentirmi superiore agli altri, per vedermi riconosciuto uno status di bontà dagli altri o per prendermi i meriti (il ragazzo nero che in prigione dice al giornalista di essere l’ideatore del metodo). Quando aiuto gli altri lo faccio davvero gratuitamente? Mi aspetto qualcosa in cambio? Lodi, apprezzamento, maggiore considerazione? Mi sento superiore rispetto alla persone che ho aiutato? Ma la totale gratuità comporta, per assurdo, un curioso effetto collaterale: “sorridi ed il mondo ti sorriderà” oggi si può tradurre in “aiuta qualcuno e penseranno che gatta ci cova”. La sfiducia nel prossimo, infatti, è tale che non siamo in grado di riconoscere la bontà e il disinteresse di alcuni gesti: il giornalista che non si fida del regalo dell’avvocato e pensa possa esplodere, il professore quando Trevor gli chiede come sia rimasto ustionato (dimostrando interesse verso di lui) pensa subito che l’abbiano mandato i suoi amici per “gusto-per-la-chiacchiera”. Come siamo arrivati a questo punto? Ci è mai capitato di diffidare di chi ci voleva aiutare? Riusciamo a vedere un amico, un compagno di strada in chi ci è accanto o no? Restiamo sconvolti anche noi dall’amore e dalla bontà come il giornalista? Perché un tale messaggio di fiducia e speranza, di amore e di possibilità è così spiazzante? Forse perché se ci riesce un ragazzino di undici anni noi non abbiamo scuse? Perché ci sbatte in faccia la realtà del nostro io e della nostra natura? Perché ci fa capire che basta poco e che noi quel poco non lo facciamo?
martedì 14 dicembre 2010
Tutto l'amore che ho...(Jovanotti)
Le meraviglie in questa parte di universo,
sembrano nate per incorniciarti il volto
e se per caso dentro al caos ti avessi perso,
avrei avvertito un forte senso di irrisolto.
Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre,
fino al confine estremo delle mie speranze,
ti avrei cercato come un cavaliere pazzo,
avrei lottato contro il male e le sue istanze.
I labirinti avrei percorso senza un filo,
nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto
e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo,
avrei rischiato la mia vita in mare aperto.
Considerando che l'amore non ha prezzo
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho.
Un prigioniero dentro al carcere infinito,
mi sentirei se tu non fossi nel mio cuore,
starei nascosto come molti dietro ad un dito
a darla vinta ai venditori di dolore.
E ho visto cose riservate ai sognatori,
ed ho bevuto il succo amaro del disprezzo,
ed ho commesso tutti gli atti miei più puri.
Considerando che l'amore non ha prezzo...
Considerando che l'amore non ha prezzo,
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho.
Senza di te sarebbe stato tutto vano,
come una spada che trafigge un corpo morto,
senza l'amore sarei solo un ciarlatano,
come una barca che non esce mai dal porto.
Considerando che l'amore non ha prezzo,
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho.
lunedì 13 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
sabato 11 dicembre 2010
mercoledì 8 dicembre 2010
lunedì 22 novembre 2010
La Cappella degli Scrovegni in alta definizione
Segnalo la bella risorsa indicata dal mio collega Luca Paolini nel suo blog e cioè la visione in alta definizione della meravigliosa Cappella degli Scrovegni di Padova affrescata da Giotto di Bondone tra il 1303 e il 1305, con alcuni episodi della vita di Gesù. In realtà si tratta di una panoramica a 360° dalla quale poi, cliccando sui particolari, si accede ai singoli affreschi, riprodotti in altissima definizione. Con la funzione zoom si riescono a vedere anche i più piccoli dettagli, crepe, sgraffi ecc… dell’affresco. Inoltre sui dipinti sono presenti anche dei piccoli punti di interesse che aiutano la lettura dell’immagine, quindi utilissimo per il lavoro in classe.
Vai al link per vedere la risorsa.
Fonte: www.religione20.net
lunedì 15 novembre 2010
Le grotte di Lascaux
mercoledì 10 novembre 2010
Vai e vivrai (titolo originale Va, vis et deviens): metafora dell'adolescenza
lunedì 8 novembre 2010
Sogni e...progetto di vita
domenica 31 ottobre 2010
La festa di Tutti i Santi
Nei primi anni del VII secolo,a Roma, il papa Bonifacio IV (papa dal 608 al 615), ottenne in dono dall'imperatore orientale Foca il famosissimo tempio pagano costruito intorno al 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, più volte console ed anche genero di Augusto. Uno dei nomi dell'edificio era Pantheon, tempio di tutti gli dei del paganesimo. Il giorno 13 maggio dell'anno 609, il clero romano entrò solennemente nel tempio, precedendo papa Bonifacio che celebrò il rito della consacrazione. Il tempio fu da lui dedicato alla Vergine Maria ed a tutti i martiri. Con questa solennità romana agli inizi del VII secolo, nasce di fatto la festa di Tutti i Santi. Nei primi tempi la festa è quasi soltanto dei romani, gradualmente la accolgono con favore i fedeli di ogni paese: e nel IX secolo il papa Gregorio IV la estende a tutti i santi, anche non martiri, stabilendone poi la data al 1° novembre. "I santi hanno un segreto: sono misteriosamente contemporanei di ogni generazione perché sono radicati nell’eterno di Dio". Mi piace molto questa frase di Giovanni Paolo II: ci aiuta a ricordare che i santi sono uomini e donne come noi, Vangelo incarnato, maestri di umanità, fratelli e sorelle che ci guidano nel cammino verso la santità, a cui tutti i battezzati sono chiamati.
Dolcetti, scherzetti & affaroni...
(fonte: Popotus)
domenica 24 ottobre 2010
La religiosità degli antichi egizi
La civiltà egizia era caratterizzata dalla centralità della religione.
Visita il museo egizio di Torino. Ed al seguente link, un gioco che si svolge all'interno di una tomba egizia. E' in inglese..con un po' di sforzo ci si può riuscire...
domenica 17 ottobre 2010
La religiosità dell'uomo primitivo
Gli uomini, fin dai tempi preistorici, hanno manifestato il loro senso religioso. Tra le testimonianze lasciate, abbiamo le incisioni rupestri della Valcamonica. Vai al sito di uno dei parchi archeologici presenti in tale zona.
martedì 5 ottobre 2010
Oggi, 5 ottobre, Giornata Mondiale degli insegnanti
Vedi al sito ufficiale dell'UNESCO (in inglese) i termini dell'iniziativa: http://www.unesco.org/en/teacher-educ:ation/advocacy/world-teachers-day/
Leggi anche l'interessante articolo "Lo sguardo di un prof può regalare la felicità", che trovi a pag.2 del quotidiano Avvenire, a firma Alessandro D'Avenia: vai al link
domenica 3 ottobre 2010
All'inizio dell'anno scolastico...
E' ripreso da alcune settimane l'anno scolastico e, tra le novità, accanto alle tradizionali lavagne in ardesia, ora si possono trovare nelle nostre aule, alcune LIM (Lavagne Interattive Multimediali). Sicuramente sono opportunità tecnologiche da non sottovalutare, sia per i docenti che per i nostri studenti. Tuttavia sono convinto che, nell'azione educativa, sia di primaria importanza (più ancora della tecnologia) lo stile educativo che si attua con le classi. La missio tipica del docente è quella di mettere nelle condizioni lo studente di conoscere, potenziare e realizzare al meglio le proprie potenzialità, le proprie risorse, quali esse siano. Le innovazioni tecnologiche in didattica sono importanti, ma non sostituiranno mai un buon clima relazionale ed educativo. Allora: buon anno scolastico a tutti!
domenica 23 maggio 2010
I 10 comandamenti del web per adolescenti
domenica 16 maggio 2010
I ragazzi della Sommariva 'TESTIMONI DEI DIRITTI'
martedì 13 aprile 2010
Una scuola per genitori di figli adolescenti
Gli appuntamenti proseguiranno il 30 aprile con “Essere genitori: dono e compito, l'amore si fa parola e la parola si fa amore…”, il 15 maggio con “Il comportamento: punto di partenza per la conoscenza del figlio”, il 28 maggio con “Il genitore che si sostituisce o il genitore che responsabilizza?”, l'11 giugno con “Aiutare il figlio a sintonizzarsi su se stesso” ed il 25 giugno con il dibattito sul tema “Incoraggiare per costruire la fiducia e il senso del proprio valore”. Per partecipare è richiesta una quota d'iscrizione di 10 euro.
lunedì 5 aprile 2010
mercoledì 31 marzo 2010
La Cena Pasquale Ebraica
Pulizie sul pc
sabato 27 marzo 2010
Le prepotenze: problema educativo
Attorno al bullismo c’è molta confusione: si interpreta il fenomeno erroneamente e poi si fatica a individuare le strategie efficaci per contrastarlo. Chiariamo allora tre aspetti importanti.
Primo. Il bullismo non è la comune prepotenza. Il termine inglese bullying individua precisamente un gruppo di azioni violente compiute intenzionalmente, continuamente e per lungo tempo ai danni di qualcuno indifeso e più debole. Il bullismo quindi è un comportamento grave e non va confuso con le prepotenze comuni che fanno indubbiamente parte della vita dei ragazzi: i due fenomeni vanno riconosciuti, distinti e affrontati in modo specifico senza mescolarli in un unico calderone che genera ansia e paure. Soprattutto bisogna aver ben presente che si tratta di problemi educativi non di ordine pubblico: multe, vigili a scuola e telecamere spaventano ma non educano. Possono sembrare una soluzione al problema ma in realtà rischiano di aggravarlo. Secondo. Un problema educativo va affrontato come tale. Occorre educare i ragazzi alla vita sociale. Come? Sono decisamente contrario al sistema dei lavori socialmente utili perché confonde impegno sociale e punizione: fare volontariato, fare del bene, impegnarsi per gli altri sono scelte personali importanti, non comportamenti da presentare come punizioni. La sanzione poi è spesso individuale ma il bullismo è un problema di gruppo: dietro a un bullo c’è sempre un gruppo che in qualche modo gli «permette» di fare quello che fa. Terzo. L’educazione alla socialità passa piuttosto attraverso l’educazione al litigio: è fondamentale insegnare ai ragazzi a stare insieme anche quando è difficile; a gestire i problemi e le prepotenze senza utilizzare la violenza; a reagire ai comportamenti prepotenti trasformando la relazione e il gruppo in occasioni di apprendimento e creatività, piuttosto che in ambiti di paura e conformismo. La strategia efficace? Il problema educativo richiede una sanzione educativa: corsi di recupero in orario post scolastico che insegnino, al bullo, al gruppo e anche alla vittima, a stare con gli altri imparando ad affrontare e gestire le difficoltà proprie ed altrui.
di Daniele Novara, pedagogista
lunedì 15 marzo 2010
L'aspetto fisico di Paolo di Tarso
Uno dei massimi esperti della vita e delle opere di San Paolo é sicuramente il biblista mons. Romano Penna, che gli ha dedicato la sua vita di ricercatore, docente universitario, pubblicando vari libri che si distinguono per rigorosità scientifica ed esposizione appassionata, resa con un linguaggio accattivante e moderno.
Fondamentali le sue esegesi alle varie Lettere dell’apostolo, in particolare i tre poderosi volumi sulla Lettera ai Romani. Mons. Penna afferma: " Abbiamo una descrizione fisica di Paolo, spesso citata. Dice che era basso, grasso, con le gambe arcuate, con le sopracciglia unite, e che tuttavia assomigliava a un angelo. Ma è tardiva, della fine del secondo secolo. L’iconografia tradizionale lo presenta con la barba, calvo, ma questo dipende da un modulo che si era imposto dopo il terzo secolo e che connotava la figura del filosofo. Nella seconda Lettera ai Corinti, Paolo dice di “non saper parlare” e qualcuno ha ipotizzato che fosse balbuziente.
Nella Lettera ai Galati dice: “Voi eravate pronti a darmi gli occhi”, e qualcuno ha pensato che avesse problemi alla vista. Io ritengo che siano frasi da intendere solo in senso metaforico. Sappiamo che nella sua vita affrontò innumerevoli difficoltà: veglie, digiuni, freddo, tre naufragi, migliaia di chilometri percorsi a piedi, fu lapidato, cinque volte flagellato dagli Ebrei, tre volte vergato dai Romani, imprigionato per lunghi periodi: e da tutto questo si deduce che aveva un fisico eccezionale, una volontà di ferro e una capacità di adattamento straordinaria".
Venerdì 19 giugno 2009, nel restauro delle Catacombe di Santa Tecla a Roma (zona via Ostiense), è stata scoperta la più antica immagine sacra dedicata al culto di San Paolo.
Il dipinto è databile alla fine del quarto secolo d.C. ed era celato da uno spesso e secolare strato di calcare e argilla che ha rallentato e complicato la restaurazione. Asportato lo strato, i restauratori si sono trovati davanti il volto del Santo, affrescato su un tondo di colore giallo su uno sfondo di colore rosso acceso, in uno stile che ricorda quello pompeiano. I tratti di San Paolo ricordano quelli dell’iconografia tradizionale: naso pronunciato, viso scavato, occhi intensi e grandi.
Per visitare in modo virtuale la Basilica di San Paolo fuori le mura, vai al link
lunedì 8 marzo 2010
Rut e le altre
mercoledì 3 marzo 2010
La festa giudaica della Pentecoste: Shavu'òt (in ebraico שבועות)
In questo periodo, nelle classi seconde, stiamo analizzando e studiando i tratti salienti del libro degli Atti degli Apostoli. La festa che in At. 2,1 é chiamata "Pentecoste", si ritrova nell'AT sotto la denominazione di "festa delle settimane", oppure di "festa della mietitura, delle primizie". Il libro del Deuteronomio (16,9-10) colloca la sua data sette settimane da quando si é messo mano alla falce. Il termine della festa era perciò, in un primo tempo, mobile, in dipendenza dall'inizio della mietitura. Secondo il rituale di Lv. 23,15-16, la datazione della festa é ormai ancorata al termine già fisso della Pasqua. La menzione, in questo testo, di "50 giorni" darà adito alla denominazione di questa festa come "pentekostè" (dal greco cinquanta). Inizialmente, la festa delle settimane doveva essere inizialmente una festa di ringraziamento per il raccolto. In un secondo momento questa festa agricola é stata agganciata ad un evento della storia della salvezza, cioè al dono della Legge presso il Sinai (Decalogo). Nel tempo apostolico la festa giudaica della Pentecoste era celebrata annualmente a Gerusalemme con grande concorso di popolo (festa di pellegrinaggio). Quindi non è inverosimile l'affermazione di Luca negli Atti sulla presenza degli Apostoli a Gerusalemme per questa festa.
lunedì 1 marzo 2010
martedì 23 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
L'amore...seguitelo...
(Kahlil Gibran)
lunedì 15 febbraio 2010
Un crossword (cruciverba) sui Patriarchi biblici
I santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi
In questo post, poi, mi piace ricordare l'opera missionaria del mio insegnante di scritti giovannei, mons. Bernardo Antonini, avvenuta a Mosca 1200 anni dopo l'opera di Cirillo e Metodio. Ecco una breve biografia:
Mons. Bernardo Antonini nacque a Cimego (Trento) il 20 ottobre 1932. Era ancora piccolo, quando la famiglia si trasferì a Raldon (Verona). Nel 1942 entrò nel seminario diocesano di Roverè Veronese e fu ordinato sacerdote il 26 giugno1955. Esercitò il primo ministero come vicario parrocchiale a S. Michele Extra (Verona). Nel 1962 ottenne la laurea in Lingue e letterature straniere moderne all'Università Cattolica e due anni dopo la Licenza di Dogmatica a Venegono. Nel 1975, ottenuta la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, divenne docente di tale disciplina pressa lo Studio Teologico San Zeno di Verona e all'Istituto S. Pietro Martire. La mano di Dio era su di lui e lo stava guidando per ben altre vie apostoliche, che forse don Bernardo neanche sospettava. Nel 1977 entrò nell'Istituto Paolino "Gesù Sacerdote" e incontrò don Stefano Lamera, delegato dell'Istituto, a cui confidava le sue iniziative e le sue ansie apostoliche. Don Bernardo, a contatto con la Famiglia Paolina. pur rimanendo fortemente legato alla Diocesi e all'obbedienza al proprio Vescovo, formava il suo cuore su quello di Paolo, cioè sulla centralità di Cristo e sull'urgenza di portare il Vangelo a tutto il mondo di oggi e con i mezzi di oggi. In lui cresceva di giorno in giorno quella tenerissima devozione per Maria, madre di Gesù, che egli amò e pregò in tutta la sua vita. La svolta sovietica con l'avvento di Gorbaciov, portò don Bernardo a Mosca, come studente dapprima (dal 2 luglio 1989), ma subito si rivelò un grande missionario. Offrì la sua disponibilità al nunzio Mons. Francesco Colasuonno, poi a Sua Ecc. Tadeusz Kondrusiewicz. Fu rettore e fondatore del Seminario "Regina Apostolorum''; insegnante di Sacra Scrittura. conferenziere instancabile, fondatore e direttore di giornale Svet Evangelia, dell'Istituto Teologico "San Tommaso d'Aquino" . Desideroso di aiutare e svolgere l'apostolato nelle Chiese più povere e prive del necessario, con il permesso del suo vescovo Padre Flavio Roberto Carraio, Vescovo di Verona, don Bernardo il 16 agosto 2001 passò, come Vice-Rettore del seminario e Vicario Episcopale per la Pastorale, al servizio di Sua Ecc. Jan Pawel Lenga, a Karaganda, nel Kazakhstan, dove il 27 marzo 2002 la sua stola bianca sacerdotale si posò... sulla salma priva di vita, che oggi riposa nel cimitero di Raldon (Verona), ma egli, don Bernardo, incontrò il Risorto, della cui risurrezione fu un grande testimone nella "Santa Russia".
domenica 14 febbraio 2010
San Valentino: chi era costui?
LA LEGGENDA
martedì 9 febbraio 2010
Giornata europea per la sicurezza nel Web
Si celebra oggi la Giornata europea per la sicurezza nel Web (Safer Internet Day) e proprio ieri Microsoft ha presentato i risultati di un'indagine dove emergono i seguenti dati: il 79% degli adolescenti italiani ha conosciuto nuove persone su Internet, contro il 63% della media europea; il 26% dei ragazzi fornisce informazioni, come l'indirizzo di casa, ai social network (Facebook, Netlog, ecc.); il 76% condivide tranquillamente in tali siti video e foto; solo il 40% dei genitori sa cosa fanno i figli su Internet. La giornata di oggi, organizzata dall'Isafe, la rete europea per l'uso sicuro di Internet, ricorderà al Paese che deve proteggere meglio i suoi giovani. Esistono servizi, anche gratuiti, per attivare filtri di contenuti sulla ADSL di casa, come il seguente: https://www.gianofamily.org/
OKKIO, raga!!
lunedì 8 febbraio 2010
Il mistero della Sindone
domenica 7 febbraio 2010
domenica 31 gennaio 2010
L'amicizia (Kahlil Gibran)
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte ?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
mercoledì 27 gennaio 2010
Un altro testimone dei lager nazisti...
Fondatore dell’Antoniano di Bologna, Ezio Caroli, nominato poi Padre Ernesto, nacque a Misileo – frazione di Palazzuolo (Fi) – il 9 Gennaio 1917. Educato all’insegna della semplicità, del lavoro e della religione nel 1930 volle entrare nei frati a Cotignola “dopo aver saputo che li si giocava molto e si mangiava bene”. Proseguendo negli studi frequentò a Parma il Liceo Classico poi si trasferì a Bologna, dove rimase 4 anni, per studiare Teologia. Ancora studente partì per l’Albania come cappellano militare fino a che, l’8 settembre del ’43, non venne trasferito in un lager in Germania quale prigioniero dei tedeschi. “L’esperienza del lager è durata 28 mesi… due cose mi hanno segnato: l’incontro con migliaia e migliaia di giovani soldati (da lì è nata l’idea di fare qualcosa per i giovani) e poi la fame; ero arrivato a pesare 38 chili tanto che un mio pensiero fisso è stato quello dei poveri senza cibo; da qui è nata l’idea di una mensa per i poveri”. Dell’esperienza del lager però, Padre Ernesto portò con se anche ricordi positivi, fortemente legati al suo spirito religioso ed intraprendente che lo spinse a creare nel campo una sorta di scuola con conferenze, spettacoli, celebrazioni liturgiche ed anche un bollettino. Ha con sé un altarino da campo di legno e tutto il necessario per la Messa: crocifisso, ostie, ampolline e paramenti sacri. Un giorno, viene bloccato dalla sentinella che lo interroga su cosa stia nascondendo sotto l'abito. Padre Ernesto, facendo spuntare pane, zucchero, uova, biscotti, replica sorridente al militare: “Gottesdienst”, servizio divino. Il fucile si abbassa. La scena si ripeterà molte altre volte con la sentinella di turno che continuerà a girarsi dall’altra parte. Padre Ernesto é morto lo scorso 23 marzo 2009: è un ennesimo testimone della tragedia dell'Olocausto.
lunedì 25 gennaio 2010
Un Santo ad Auschwitz
Nel mese di maggio 1941 fu arrestato dalle SS e portato nel campo di prigionia di Auschwitz. Immatricolato con il numero 16670.
Alla fine del mese di luglio dello stesso anno un uomo del block di Kolbe era riuscito a fuggire dal campo: per rappresaglia i tedeschi selezionarono dieci persone della stessa baracca per farle morire nel bunker della fame.
Quando uno dei dieci condannati, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava, Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. In modo del tutto inaspettato, lo scambio venne concesso. I campi di concentramento erano infatti concepiti per spezzare ogni legame affettivo e le azioni "generose" non erano accolte volentieri.
Dopo 2 settimane senza acqua né cibo nel bunker, visto che quattro dei dieci condannati, tra cui Kolbe, erano ancora vivi, furono uccisi il 14 agosto 1941 con una iniezione di acido fenico e il loro corpo venne poi cremato. Una volta, profeticamente, Massimiliano aveva detto:
« Vorrei essere come polvere per viaggiare con il vento e raggiungere ogni parte del mondo e predicare la Buona Novella.»
Francesco Gajowniczek riuscì a sopravvivere ad Auschwitz. Tornato a casa, trovò sua moglie viva, ma i suoi due figli erano rimasti uccisi durante un bombardamento russo. Morì nel 1995.
mercoledì 20 gennaio 2010
Il senso del camminare...
lunedì 18 gennaio 2010
Per non dimenticare!
Il figlio Paolo, allora undicenne fu nascosto da una signora del luogo nella casa dov'era sfollata e accompagnandolo a Erbezzo nel più sicuro rifugio dell'istituto dei salesiani. Lungo la strada, fermata da una pattuglia delle Brigate nere non ebbe timore a dichiarare che quel bambino che teneva per mano era suo fratello, salvandogli la vita per la seconda volta. Infatti già il padre Ruggero, al momento dell'arresto, aveva detto di non conoscerlo.
venerdì 15 gennaio 2010
Cancellatemi da internet!
martedì 5 gennaio 2010
Le loro reliquie a Colonia
Secondo la tradizione, nel IV secolo la regina Elena (madre dell'imperatore Costantino) trovò le tombe dei tre Magi e ne portò le ossa nella capitale Costantinopoli; di lì il vescovo Eustorgio le trasferì a Milano. Però nel 1164 l'imperatore Federico Barbarossa, che era in continua guerra con i Comuni lombardi e che due anni prima aveva conquistato il capoluogo, volle portarsele via. Nel medioevo le reliquie erano considerate oggetti molto preziosi e in particolare si pensava che quelle dei Re Magi avessero la capacità di rendere più forte ed autorevole il potere di chi le possedeva. Dunque l'arcivescovo Rinaldo di Dassel - con un viaggio di 1300 km in 43 giorni - le portò fino a Colonia (Germania), nella cui cattedrale si venerano tuttora. In questa città nel 2005 si é svolta la GMG, la prima di Benedetto XVI.
La Basilica di Sant'Eustorgio a Milano, dedicata ad Eustorgio I, eletto nel 343 nono vescovo di Milano: sulla cima del campanile della Basilica non c'è una croce ma una stella ad otto punte, la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie, oggetto da sempre della devozione dei fedeli.