Era straordinaria però, l'immagine di una Madonna del parto all'ingresso di un cimitero! Una Madonna del parto, così, come quella di Piero, che appare come arca dell'alleanza in uno squarcio di cielo indicando solennemente la ferita del Mistero. Sì, quel taglio nell’abito azzurro, è una ferita che addita all'uomo la bianca luce dell'eternità. Come si potrebbe raccontare meglio il Natale? Non è il cimitero, nel nostro quotidiano, il luogo della domanda, spesso angosciosa, di chi è assillato dal senso di una vita che approda alla morte? Contro certa cultura moderna che vorrebbe consegnare la morte al nulla, contro certuni che vorrebbero imporre agli uomini un credo con la spada e la violenza, il cristianesimo sorge da una donna incinta che sta come portale di vita davanti al luogo della morte. Com’è stabile la Vergine, dipinta da Piero, dentro le pesanti cortine della Shekinà! E com’è ferma mentre addita il luogo della novità divina! Il suo grembo, azzurro è come il firmamento (dal latino firme), cioè stabile. Sì, la tua Parola, o Dio, è stabile come il cielo! E chi affonda il suo piede in essa, Parola fatta carne, non avrà da temere. Davvero il piede destro della Vergine è fermo, certo nell'attesa di un evento che fonda la storia dell'umanità. Il Natale è la festa della pretesa cristiana: nessuna religione vanta questo. Noi abbiamo la pretesa di non morire perché una donna gravida di vita sta alle porte del cielo.
Piero della Francesca, Madonna del Parto, 1455, affresco, 260 cm × 203 cm.
Spazi espositivi, Monterchi
Da Avvenire, rubrica Dentro la Bellezza
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