Questo il martirologio, ma allora da dove scaturisce l’iconografia della martire sempre associata all’agnello? La leggenda narra di un’apparizione di Agnese splendente di luce con in braccio l’animale. Così la rappresenta, ad esempio, lo Zurbaran, pittore spagnolo luminista chiamato pittor dei frati per la sua religiosità. Agnese, ritratta di profilo, come era solito fare l'artista, si volge appena verso di noi. Non ci guarda però, abbassando gli occhi sull'agnellino che le riposa in seno. Lo splendore del manto giallo dice la regalità del suo martirio eppure non compare nessuna spada, né l'attributo della palma tipico delle martiri. Zurbaran ritrae la Martire solo con l'agnello e il libro: sintesi estrema della sua vicenda. Agnese mori sgozzata come un agnello per la fedeltà al Verbo Incarnato, a quella Parola che è Cristo stesso. Il suo nome greco Hagnḗ, casta, fu associato al latino Agnus e si collegò, così, la martire all’Agnello che è Cristo. Del resto, l’agnello portato sulle spalle, era l’attributo principale dei Vescovi metropoliti, uniti al papa. Per questo invalse l’uso di porre sulle loro spalle strisce di lana con croci ricamate trafitte da spilli (rimando alla passione di Cristo) detti pallia.
Non per nulla Cowper colloca a destra del dipinto una stele sulla quale compaiono molti agnelli: il riferimento è, appunto al pallium, indossato anche dall’angelo. In primo piano si vedono pani assaliti da due sorci, simboli di lussuria e di astuzia demoniaca. L’immagine esprime la vacuità del male: i potenti che decretarono la morte della Santa svanirono nel nulla, mentre la memoria di Agnese, dopo 17 secoli, vive ancora. Ogni anno, infatti, il 21 gennaio festa della santa, due agnelli adornati con un manto rosso e uno bianco rimando alla verginità e al martirio della stessa, sono condotti alla basilica di Sant’Agnese fuori le mura, per essere benedetti dal Papa. Con la lana di questi agnelli sono tessuti i pallia che si conservano poi accanto alla tomba di Pietro, memoria confortante di come, nella storia, tutti gli strapoteri periscono mentre non muoiono quanti vivono nella stessa fedeltà a Cristo testimoniata dalla vergine dodicenne.
Immagini
Francisco Zurbaran (1598-1664) Santa Inès, olio su tela, 171x107 cm. 1640-1650 Museo delle Belle Arti di Siviglia.
Frank Cadogan Cowper (1877-1958) Sant’Agnese in prigione riceve dal Cielo abiti bianchi e splendenti, olio su tela, 74.3×45.1cm. 1905 Tate Gallery, Londra
da Avvenire, rubrica Dentro la Bellezza
0 commenti:
Posta un commento