mercoledì 28 marzo 2012

La vita della comunità

La comunità di Gerusalemme era colma di vita e di gioia. I cristiani si radunavano, sotto la guida degli Apostoli, attorno all'Eucarestia, condividevano con semplicità la Parola di Dio, erano solidali e lottavano per la giustizia e la pace (At. 2,42-47).


 

martedì 27 marzo 2012

La pentecoste



La Pentecoste era una festa ebraica che si celebrava cinquanta giorni dopo la Pasqua e in essa si ricordava l’alleanza con Dio sul Sinai. Molti Giudei si recavano a Gerusalemme per celebrarla e per rafforzare la loro speranza nella promessa divina che Israele sarebbe stato il popolo di Dio per sempre. Il giorno di Pentecoste, dopo la Pasqua di Gesù, Dio rinnovò la sua alleanza in un modo tutto particolare: mandò lo Spirito Santo sugli apostoli per renderli capaci di continuare l’opera di Gesù. Luca negli Atti (At. 2,1-13) presenta lo Spirito attraverso i simboli del fuoco e del vento. Il fuoco simboleggia il suo amore, che ci spinge ad amare; il vento è incitamento ad agire.

mercoledì 21 marzo 2012

A proposito di integrazione a scuola...



...Continua...

venerdì 16 marzo 2012

Il passaggio del mare



L'AT ebraico nei testi di Esodo non usa mai il termine 'mar rosso' ma usa l'espressione yam suf, che va tradotta 'il mare delle canne' o 'mare dei giunchi'. Il testo principale per l'identificazione del Mare dei Giunchi dovrebbe essere Es 13-15, ma purtroppo qui troviamo una serie di difficoltà poste dalla critica letteraria, che ancora non ha chiarito tutte le sovrapposizioni dei vari racconti biblici. In seguito alle differenti possibilità di tracciato, si possono indicare i luoghi seguenti: a) per chi segue l'ipotesi della via settentrionale il mare dei giunchi si trova o al Lago Manzale o al Lago Sirbonide; b) chi opta per l'ipotesi del percorso centrale identifica il luogo del miracolo con uno dei laghi lungo la frontiera tra Egitto e Sinai, vale a dire il Lago Timsah o il Lago Ballah; c) per chi accetta infine l'ipotesi del percorso meridionale le possibilità diventano i Laghi Amari o il Golfo di Suez.


 
Il medesimo episodio biblico rappresentato dal film di animazione 'Il Principe d'Egitto':

lunedì 12 marzo 2012

"Roma Cristiana", prima puntata della nuova serie di "Ulisse - il piacere della scoperta"

Nella puntata Alberto Angela compie un viaggio nella Roma cristiana, nei tanti luoghi, monumenti, edifici che hanno fatto la storia della cristianità. Il viaggio tocca chiese celebri, alcune “mete obbligate” dei giri turistici, ma anche angoli della città più appartati, nascosti, dove sono presenti testimonianze importanti della storia della Chiesa. Filo conduttore della puntata è come la capitale dell’impero sia diventata capitale della cristianità. L’editto del 313, con il quale l’imperatore Costantino stabiliva la libertà di culto, più che una cesura nella storia di Roma segna un passaggio: templi pagani diventano chiese (è il caso, clamoroso, del Pantheon); colonne di edifici pubblici vengono inglobati in nuovi luoghi di culto; vasche termali diventano fonti battesimali. Il cristianesimo riesce a raccogliere e tramandare la cultura romana, magari trasformando in ricorrenze religiose festività pagane, e cambiando profondamente la città. Il viaggio di “Ulisse” comincia dalla via Appia, dal Domine Quo Vadis, là dove - secondo la leggenda - Pietro sarebbe stato convinto dall’apparizione di Cristo a tornare a Roma per affrontare il martirio e permettere quindi la nascita di una forte comunità cristiana. Vedremo come vivevano i primi cristiani, perché sono stati perseguitati anche dagli imperatori più illuminati. Sfateremo alcune leggende sul Colosseo e sulle catacombe esplorando quelle impressionanti di San Callisto dove vennero sepolti addirittura ½ milione di cristiani. Centro della comunità romana era la Basilica di san Giovanni in Laterano. Una visita accurata ci permetterà di mostrarne le meraviglie. Momento nevralgico di Roma Cristiana è il rapporto con il potere temporale: che credibilità storica ha la cosiddetta Donazione di Costantino, secondo la quale l’imperatore avrebbe per riconoscenza regalato al Papa la città e l’Occidente tutto? Un luogo seminascosto e molto suggestivo – il complesso dei Santi Quattro Coronati – ci permetterà di esaminare la leggenda e le sue implicazioni. Punto d’arrivo obbligato del viaggio nella Roma Cristiana è la basilica di San Pietro. E’ stata davvero costruita là dove è sepolto il primo Papa? Attraverso quali passaggi una piccola chiesa paleocristiana è diventata la basilica più nota al mondo? Quali difficoltà tecniche ha dovuto affrontare Michelangelo nell’erigere la cupola? Il viaggio inizia e finisce con uno sguardo d’insieme su Roma, dal Gianicolo, mentre al tramonto da tante chiese si alza il suono delle campane.

sabato 10 marzo 2012

Le ragioni del faraone



Mosè chiede un permesso al faraone perché gli israeliti possano celebrare una festa religiosa nel deserto. Il faraone la proibisce ed impedisce il viaggio, perché si ruberebbe tempo al lavoro ed alla produzione. Gli israeliti si lamentano perché si considerano buoni servitori del faraone. Invece egli li accusa di essere pigri, aggrava le loro condizioni di vita e nomina capi alcuni ebrei per rovinare la loro unità e solidarietà. Gli schiavi invocano Dio, chiedendogli salvezza; ma quando Mosè li incoraggia a liberarsi, non vogliono correre rischi e resistono al disegno di Dio; la fede è rischiosa e la libertà è una responsabilità molto impegnativa! Mosè invoca il Signore, che lo assicura del trionfo completo e fortifica la fede del suo popolo. Dio è in ogni luogo, ma il popolo potrà avere la gioia di essere il primogenito del Signore solo nella libertà e nella coscienza della propria dignità. Il racconto delle dieci piaghe dell'Egitto è scritto con un genere letterario epico, noto per gonfiare fatti e numeri, a scapito della precisione storica. L'autore biblico descrive le piaghe come una pressione di Dio sul faraone affinchè lasci uscire dall'Egitto gli Israeliti. Secondo alcuni studiosi le prime nove piaghe sono fenomeni naturali in Egitto, però descritte come causate da Dio. L'acqua del fiume NIlo che si trasforma in sangue, ad esempio, corrisponde al modo in cui l'acqua diventa rossiccia per il trascinamento di fanghi accumulati e per microrganismi, tanto da essere imbevibile. Questo tipo di lettura detta 'concordista', che cerca cioè di mettere d'accordo i dati del testo biblico con eventi naturali o fenomeni scientifici, rischia però di farci perdere di vista il valore teologico di questi racconti (Es. 7-10). Le piaghe sono il segno dell'intervento di Dio per liberare gli Israeliti dalla schiavitù. Dio è con noi e vuole liberarci da tutto ciò che impedisce il nostro sviluppo umano e cristiano.

mercoledì 7 marzo 2012

Il roveto ardente

Il roveto è simbolo della rivelazione di Dio (Es. 3,1ss.). Dal roveto Dio rivela a Mosè il suo nome, YHWH, 'Io sono Colui che sono'. Questo simbolo rappresenta l'amore inesauribile di Dio per l'uomo. Un amore che brucia senza consumare. In questo modo YHWH si rivela come colui che dipende unicamente dalla propria divina libertà  di essere Dio e non dalle definizioni, dagli schemi e dai desideri degli uomini. Conoscere il nome di una persona significa conoscerla ed essere in rapporto con lei.

 

Mosè, un uomo che non sopporta le ingiustizie

martedì 6 marzo 2012

Schiavitù in Egitto

Gli israeliti soffrivano l'oppressione e lo sfruttamento degli egiziani e il faraone ordinò di uccidere i loro figli per evitare che continuassero a crescere e ad acquistare potenza. In Es. 1,8-22 si può osservare la condotta del faraone e delle levatrici. Esse rispettano più Dio che il faraone e lasciano vivere i bambini maschi, contro gli ordini del potente. La vita è un dono di Dio e Lui, come Signore della vita vuole che la apprezziamo e la portiamo alla perfezione.

 

lunedì 5 marzo 2012

Dio ha un progetto per ognuno di noi

Il momento in cui Giuseppe si riconcilia con i fratelli è molto commovente. Giuseppe guarda i suoi fratelli con uno sguardo di fede e scopre che Dio lo ha fatto strumento per salvarli dalla fame e per offrire loro il perdono del Signore. Egli comprende di dover usare il suo potere per fare del bene. Questa visione di fede non giustifica il peccato dei fratelli, ma aiuta ad ammirare come Dio realizzi la sua salvezza in modo gratuito e per mezzo di persone. A volte non possiamo capire le situazioni della vita, ma Dio ci aiuta, e con il tempo, ci darà la sua luce

 

Giuseppe, figlio di Giacobbe

Giuseppe è un personaggio biblico molto popolare. Su di lui ci sono film e opere teatrali. La sua storia ha gli ingredienti per essere un dramma di successo: amore, gelosie, tradimenti, potere, intrighi e riconciliazione. Giuseppe rispecchia l'amore che Dio ha per Israele. Giuseppe fu un grande interprete di sogni e la sua abilità gli procurò l'invidia dei suoi fratelli (cfr. Gen. 37,5-11) e più tardi, invece, essa lo aiutò ad ottenere l'apprezzamento del faraone (cfr. Gen. 41,37-45). Anticamente si pensava che i sogni permettessero di comunicare con la divinità. La scienza attuale dice che manifestano il profondo della personalità. Fra le due idee non c'è molta distanza: Dio agisce nel più profondo dell'essere umano.

domenica 4 marzo 2012

Giacobbe, la benedizione rubata


Giacobbe, la prima astuzia


sabato 3 marzo 2012

Assoluta fiducia in Dio

Impressiona che Dio abbia chiesto ad Abramo il sacrificio di suo figlio? Riusciamo ad immaginare ciò che ha pensato Isacco nel vedere che suo padre lo stava sacrificando? Questa storia è un segno della fiducia assoluta in Dio. Abramo accetta la prova con dolore ed offre a Dio la più grande testimonianza di fedeltà possibile. Per questo lo si considera il padre di tutti i credenti. Anche per Isacco è stata una prova molto difficile. Sapendo che era nato come un dono di Dio, accettò l'azione di suo padre. Dio però non vuole mai la morte e libera Isacco. Lo sviluppo di questo racconto mostra che Dio ama la vita.

Il sacrificio di Isacco del Caravaggio (Galleria degli Uffizi - Firenze - )

Abramo e Sara, capostipiti della promessa

Dal capitolo 12 del libro della Genesi, sono raccolte le tradizioni orali antiche legate a ricordi storicamente fondati. Abram e Sara conducono una vita tranquilla al nord della Mesopotamia. Dio chiede loro di lasciare la patria per stringere con lui un'alleanza. Essi accettano e Dio cambia il loro nome in Abramo e Sara, cosa frequente nella Bibbia quando si accetta una missione da parte di Dio. Abramo si distinse per il suo grande cuore, per la sua obbedienza e per gli atteggiamenti di ospitalità, di generosità e solidarietà. Abramo è riconosciuto come patriarca in tre grandi religioni: ebraismo, cristianesimo e islam.