domenica 23 febbraio 2014

Sulla sedia, per insegnare e servire la Verità

È famosa in tutto il mondo, la Madonna della seggiola di Raffaello, ma non sono in molti a sapere che «la seggiola» è un riferimento diretto alla sedia camerale, privilegio del Papa. Si suppone, infatti, che l’opera sia stata commissionata a Raffaello da papa Leone X per farne dono ai parenti fiorentini, quale grata memoria della sua ascesa al soglio pontificio.  La sedia camerale (come la cattedra o la sedia gestatoria), rimanda alla postura di chi, seduto, in-segna. Lungi dall’essere un privilegio nel senso mondano del termine era invece un simbolo forte di autorevolezza nella dottrina e d’insegnamento certo. La sedia camerale, come la cattedra, indica il luogo certo della verità. Non fa meraviglia che nel nostro tempo un tale segno sia scomparso e che anche il moderno designer non abbia più distinzioni chiare nell’elaborare le sedie e che, i sedili usati nei presbiteri, siano sempre più simili alle panche dei fedeli (quando va bene) o ai sedili anonimi di tante sale d’aspetto (quando va male).


Raffaello Sanzio Madonna della Seggiola, 1513-1514 circa, olio su tavola, 71cm×71cm Ubicazione Galleria Palatina, Firenze

Raffaello ha immortalato invece questo umile e possente segno distintivo e l’ha fissato nei secoli, così da obbligarci a non dimenticarlo. È la Madre di Dio che siede in cattedra. Lei è il segno certo della verità umana di Cristo. La somiglianza fra madre e figlio attesta che - come affermava Tertulliano - caro Christi, caro Mariae, cioè la carne di Cristo, Figlio del Padre, è carne di Maria, una carne come la nostra. La sapienza del Padre siede in seno alla Madre, «sede» appunto della Sapienza.
E mentre il Cristo bambino guarda lontano, intravvedendo già - forse - la perdita di senso e d’identità e di valori cui sarebbe andato incontro il popolo di Dio, la Madre continua a guardarci da quella sedia.
Dentro la circolarità della storia e delle teorie umane, le quali pur travestendosi sotto diverse spoglie ritornano instancabili e cicliche, la Madonna sembra ricordarci insistentemente e con amore che nessuno può esser detentore di certezze se non Colui che, unico nella storia, si è detto Via, Verità e Vita. In virtù del fatto che siede sopra quella sedia, Maria afferma che il potere della Chiesa, benché si vesta di panni temporali (come i panni dei quali è rivestita Maria) è in atto soltanto laddove si opera la carità della verità. 
Per questo – e ce ne accorgiamo solo ora - Cristo veste l’abito del servo: per ricordare al Papa che è Servum Servorum Dei e per dire a tutti noi che, se siamo stati liberati dalle logiche di questo mondo, è solo per servire la bellezza della verità.

fonte: Avvenire, rubrica Dentro la bellezza

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