È diventato celebre a causa di San Tommaso il «pie pellicane», il Cristo pellicano che nutre i suoi piccoli, cantato nell’inno eucaristico Adoro te devote. Il pellicano è, nella storia dell’arte cristiana accanto al pane e al pesce, simbolo eucaristico per eccellenza. Spesso però l’immagine del pellicano compare nelle crocifissioni o con il Cristo sofferente come nell’opera di Lorenzo Monaco. In questo dipinto compaiono tutti i segni principali della passione: lanterna, denari, coltello, bastone, catino per il lavaggio delle mani di Pilato, gallo, flagelli, colonna, lancia, spugna, scala, calice, sepolcro e oli aromatici.
C’è proprio tutto e i gesti dei persecutori del Cristo sono ritratti senza il corpo, quasi a ricordare, a chi contempla una tale summa di dolori, che noi pure siamo colpevoli di tanta violenza. Il pellicano campeggia alla sommità della croce, tra la luna e il sole, fra il tradimento di Pietro (accanto al sole) e quello di Giuda (accanto alla luna), attestando così che Eucaristia e passione di Cristo sono un'unica realtà. La corona di spine è ormai abbandonata alla sommità della croce e, da quest’ultima, un albero di vita già si erge a testimoniare che il corpo di Cristo, prossimo alla sepoltura, sarà glorificato. Il pellicano si ciba di pesce e, quindi, pesca per i suoi piccoli al largo trattenendo la preda nella sacca inferiore del suo becco. Una volta raggiunto il nido, apre il becco tenendo la punta dello stesso rivolta al suo petto onde facilitare ai piccoli la presa del pesce. In questa delicata operazione spesso, il pellicano si ferisce e rimane con il petto sanguinante. Ciò contribuì a generare l’idea che il volatile nutriva i piccoli con la sua stessa carne similmente a Cristo nell’eucarestia. La solitudine in cui versa il Pio pellicano, tradito da Pietro e da Giuda, è ricondotta alla Scrittura che nel salmo 101 afferma: «Sono simile a un pellicano nel deserto». I padri della Chiesa e Rabano Mauro, riconoscevano due tipi di pellicani: uno, di cui parla il salmo forse il capovaccio, che predilige le zone desertiche, l’altro che vive presso corsi d’acqua. Se il secondo è immagine di Cristo che nutre i suoi, il primo è segno della sua solitudine. Cristo è il solo nato da una Vergine, è solo nell’orto degli ulivi, solo sulla croce.
Qui i piccoli nutriti sono due, come il comandamento nuovo: amare Dio e il prossimo, ma possono essere tre, oppure quattro, come in una miniatura del XIII secolo, dove il pellicano nutre i suoi piccoli nascosti nel nido. Nel becco dell’uccello, più simile a quello della cicogna che a quello del pellicano, ci sono quattro pani, altro simbolo eucaristico, e l’uccello tiene serrato fra le zampe un serpente che stata tentando un uomo. Quell’uomo è l’umanità insidiata dal serpente antico e distribuita nei quattro angoli della terra, i punti cardinali, come sono appunto, quattro i piccoli del pellicano, come la totalità delle genti che nel costato di Cristo trova dimora e ristoro. Il Pie pellicane ha raggiunto davvero i confini del mondo: la Louisiana, che l’ha scelto come bandiera, è chiamata Pelican State.
Immagini
Lorenzo Monaco, Cristo in pietà e i simboli della Passione, 1404, cm 268 x 172, tempera su tavola, Galleria dell'Accademia, Firenze
Ugo di Fouilloy, Miniatura Francese, Sloane MS 278 Avarium /Dicta Chrysostomi 1260-80 British Library, Londra
da Avvenire, rubrica Dentro la bellezza
venerdì 5 giugno 2015
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