lunedì 15 marzo 2010

L'aspetto fisico di Paolo di Tarso

Una delle domande curiose che gli alunni pongono nello studiare la figura di San Paolo, é quella che riguarda il suo aspetto fisico. Soprattutto considerando la visione della fiction RAI che uso per qualche sequenza in classe, dove il ruolo dell'Apostolo delle Genti é interpretato dal 'belloccio' attore Johannes Brandrup.
Ma era veramente così bello Paolo di Tarso?
Uno dei massimi esperti della vita e delle opere di San Paolo é sicuramente il biblista mons. Romano Penna, che gli ha dedicato la sua vita di ricercatore, docente universitario, pubblicando vari libri che si distinguono per rigorosità scientifica ed esposizione appassionata, resa con un linguaggio accattivante e moderno.
Fondamentali le sue esegesi alle varie Lettere dell’apostolo, in particolare i tre poderosi volumi sulla Lettera ai Romani. Mons. Penna afferma: " Abbiamo una descrizione fisica di Paolo, spesso citata. Dice che era basso, grasso, con le gambe arcuate, con le sopracciglia unite, e che tuttavia assomigliava a un angelo. Ma è tardiva, della fine del secondo secolo. L’iconografia tradizionale lo presenta con la barba, calvo, ma questo dipende da un modulo che si era imposto dopo il terzo secolo e che connotava la figura del filosofo. Nella seconda Lettera ai Corinti, Paolo dice di “non saper parlare” e qualcuno ha ipotizzato che fosse balbuziente.
Nella Lettera ai Galati dice: “Voi eravate pronti a darmi gli occhi”, e qualcuno ha pensato che avesse problemi alla vista. Io ritengo che siano frasi da intendere solo in senso metaforico. Sappiamo che nella sua vita affrontò innumerevoli difficoltà: veglie, digiuni, freddo, tre naufragi, migliaia di chilometri percorsi a piedi, fu lapidato, cinque volte flagellato dagli Ebrei, tre volte vergato dai Romani, imprigionato per lunghi periodi: e da tutto questo si deduce che aveva un fisico eccezionale, una volontà di ferro e una capacità di adattamento straordinaria".

(L’Apostolo Paolo, affresco VI sec., Grotta di San Paolo – Efeso)

Venerdì 19 giugno 2009, nel restauro delle Catacombe di Santa Tecla a Roma (zona via Ostiense), è stata scoperta la più antica immagine sacra dedicata al culto di San Paolo.
Il dipinto è databile alla fine del quarto secolo d.C. ed era celato da uno spesso e secolare strato di calcare e argilla che ha rallentato e complicato la restaurazione. Asportato lo strato, i restauratori si sono trovati davanti il volto del Santo, affrescato su un tondo di colore giallo su uno sfondo di colore rosso acceso, in uno stile che ricorda quello pompeiano. I tratti di San Paolo ricordano quelli dell’iconografia tradizionale: naso pronunciato, viso scavato, occhi intensi e grandi.

Per visitare in modo virtuale la Basilica di San Paolo fuori le mura, vai al link

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