sabato 27 marzo 2010

Le prepotenze: problema educativo






Pubblico un interessante articolo, preso da Popotus, inserto del quotidiano Avvenire (esce il giovedì e il sabato)
Attorno al bullismo c’è molta confusione: si interpreta il fenomeno erroneamente e poi si fatica a individuare le strategie efficaci per contrastarlo. Chiariamo allora tre aspetti importanti.
Primo. Il bullismo non è la comune prepotenza. Il termine inglese bullying individua precisamente un gruppo di azioni violente compiute intenzionalmente, continuamente e per lungo tempo ai danni di qualcuno indifeso e più debole. Il bullismo quindi è un comportamento grave e non va confuso con le prepotenze comuni che fanno indubbiamente parte della vita dei ragazzi: i due fenomeni vanno riconosciuti, distinti e affrontati in modo specifico senza mescolarli in un unico calderone che genera ansia e paure. Soprattutto bisogna aver ben presente che si tratta di problemi educativi non di ordine pubblico: multe, vigili a scuola e telecamere spaventano ma non educano. Possono sembrare una soluzione al problema ma in realtà rischiano di aggravarlo. Secondo. Un problema educativo va affrontato come tale. Occorre educare i ragazzi alla vita sociale. Come? Sono decisamente contrario al sistema dei lavori socialmente utili perché confonde impegno sociale e punizione: fare volontariato, fare del bene, impegnarsi per gli altri sono scelte personali importanti, non comportamenti da presentare come punizioni. La sanzione poi è spesso individuale ma il bullismo è un problema di gruppo: dietro a un bullo c’è sempre un gruppo che in qualche modo gli «permette» di fare quello che fa. Terzo. L’educazione alla socialità passa piuttosto attraverso l’educazione al litigio: è fondamentale insegnare ai ragazzi a stare insieme anche quando è difficile; a gestire i problemi e le prepotenze senza utilizzare la violenza; a reagire ai comportamenti prepotenti trasformando la relazione e il gruppo in occasioni di apprendimento e creatività, piuttosto che in ambiti di paura e conformismo. La strategia efficace? Il problema educativo richiede una sanzione educativa: corsi di recupero in orario post scolastico che insegnino, al bullo, al gruppo e anche alla vittima, a stare con gli altri imparando ad affrontare e gestire le difficoltà proprie ed altrui.

di Daniele Novara, pedagogista

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