venerdì 14 novembre 2014

Natale 1914: e il fante impose la tregua

E' stato pubblicato solo due giorni fa ed ha avuto già quasi 5 milioni di clic, quello che è destinato a diventare lo spot di Natale 2014. La particolarità di questo video è il soggetto, la I Guerra mondiale, di cui si celebra il centenario proprio questo anno.
Il regista mette in scena un fatto realmente accaduto il giorno di Natale del 1914, quando i cannoni tacquero e i due eserciti tedeschi e britannici si incontrarono in terra di nessuno, si scambiarono dei doni e finirono persino per improvvisare una partita di calcio. E' quella che venne denominata la "Tregua di Natale". Lo sponsor del video è Sainsburry, che ha messo in vendita la barretta di cioccolato presente nello spot per donare in beneficienza alla Royal British Legion l'intero ricavato. Nel sito web di Sainsburry trovate tutte le informazioni su questa inziativa
Ecco il video
 
 



La spontanea mobilitazione di soldati sul fronte occidentale produsse tante piccole «tregue di Natale», coinvolgendo in particolare militari inglesi e tedeschi, che si fronteggiavano nei campi trincerati nella zona di Ypres, Armentières e Lille. I testimoni ricordano molti commoventi episodi: i canti natalizi, primo fra tutti Stille Nacht che si rimbalzavano nelle due lingue da una trincea all’altra, poi la timida apparizione di cartelli con scritte augurali. E, finalmente, con molta circospezione, gruppetti di soldati disarmati che uscivano dalle trincee, camminando lentamente verso le postazioni nemiche recando doni e biglietti augurali. Quasi sospinti da una forza invisibile– la forza residua dell’umanità dopo mesi di orrori e violenze – ben presto decine, centinaia di fanti dei due eserciti si ritrovarono nella terra di nessuno, stringendosi le mani, abbracciandosi, scambiandosi regali e cartoline, mostrandosi a vicenda le foto delle fidanzate e, persino in qualche caso, suonando, ballando e dando vita a partite di calcio con una palla fatta di stracci.

Fu il New York Times, con una corrispondenza dalla Francia settentrionale del 30 dicembre del 1914, a rompere il velo di silenzio su questi episodi che furono numerosi. Il corrispondente di guerra del giornale americano notava che tra i reticolati i combattenti dei due fronti erano riusciti a dar vita a una vera e propria celebrazione in comune delle festività. E raccontava un fatto curioso di cui era venuto a conoscenza. A iniziare erano stati due soldati inglesi che, dopo aver inalberato il segnale di tregua, si erano avvicinati prudentemente alle trincee tedesche. Lì erano stati ricevuti con tutti gli onori: e in cambio di fette di mince pie (un dolce tipico natalizio inglese) avevano ricevuto vino e liquori, tornando incolumi alla base. Poche ore dopo, due fanti prussiani si apprestavano a restituire la visita, ma una zelante sentinella inglese, vedendoli arrivare, li aveva arrestati puntandogli il fucile contro. L’incidente venne prontamente risolto dall’intervento di un ufficiale inglese, che accettati i doni e scambiati gli auguri, ordinò alla sentinella di lasciare che i due tornassero alla loro trincea.

Non tutti gli ufficiali, specie quelli superiori, però furono condiscendenti. Gli alti comandi dell’una e dell’altra parte, colti di sorpresa da questa esplosione di umanità, andarono su tutte le furie. Non potendo punire migliaia di soldati (tale fu l’ampiezza del fenomeno), decisero di porre rimedio alla pericolosa “fraternizzazione” coi nemici a partire dalle festività successive, con tassativi divieti, rigidi controlli e avvicendando i combattenti nelle trincee alla vigilia dei giorni di festa. L’Italia nel 1914 non era ancora in guerra. Ma nemmeno il Comando supremo italiano avrebbe tollerato scambi di auguri natalizi con il nemico. Come attesta, tra le tante, la vicenda (raccontata da Alberto Monticone nel suo libro
Plotone di esecuzione) dell’aretino M.E., 23 anni, caporale in forza del 129° fanteria, condannato a un anno di reclusione militare per «rifiuto d’obbedienza e conversazione con il nemico». Cosa era successo? Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1916 sul Monte Zebio, è riportato nella sentenza di condanna, «gli austriaci esposero un cartellone con suvvi scritto a grandi caratteri “Buon Natale” in lingua tedesca. Il caporale M.E. rispose, gridando nella stessa lingua un ringraziamento e un contraccambio». E questo nonostante che dal comando del corpo d’Armata fossero state date «precise istruzioni» per «evitare rigorosamente siffatte deplorevoli manifestazioni».




FRONTE OCCIDENTALE. 1914, soldati tedeschi ed inglesi in Belgio fraternizzano a Natale

Fonti: http://www.robertosconocchini.it/ e  http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/TREGUA-.aspx

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