sabato 6 dicembre 2014

Il vero San Nicola, le sfere della provvidenza

Ti guarda quasi minaccioso il San Nicola di Antonello da Messina della Pala di San Cassiano. Ti guarda ostendendo il libro della Sacra Scrittura con sopra tre sfere dorate, attributo frequente del Vescovo di Myra. Il loro significato risale alla storia del Santo che, prima ancora di essere consacrato vescovo, venne a conoscere il caso di una famiglia nobile e ricca, caduta in miseria. Il padre, vergognoso dello stato di povertà in cui versava, decise di avviare le figlie alla prostituzione. Nicola, nascostamente, lasciò scivolare dalla finestra dell’abitazione dell’uomo tre palle d’oro con le quali il padre poté maritare le figlie e risparmiare loro l’onta della prostituzione.

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Si comprende allora lo sguardo minaccioso del santo di Antonello: la fame non ci induca a comportamenti che ledono la dignità dell’uomo. La fede sostiene e la grazia viene in aiuto con la provvidenza. Un medesimo invito alla fiducia in tempo di crisi lo lancia Santa Maria Maddalena che, accanto a san Nicola, regge un vaso con l’unguento prezioso. Quel nardo che Giuda avrebbe venduto, per darne il ricavato ai poveri, Cristo lo rivendica per sé, assicurando che nulla sarebbe mancato a chi si fosse occupato di lui. Tutto questo, ahimè, male si accorda con l’attuale immagine del celebre vescovo di Myra, diventato l’emblema del Natale, grazie alla figura di Babbo Natale. Basta digitare in internet Natale, Santa Claus o san Nicola ed ecco apparire le più disparate rappresentazioni di Babbo Natale soprattutto legate alla Coca Cola. Spesso le immagini scadono nell’indecenza più amara dove, i bambini e il santo vegliardo portadoni, e tanto meno la diffusa Coca Cola, c’entrano poco. Vero è che la scristianizzazione del Santo iniziò dalla bevanda più famosa del mondo, quando nei primi decenni del 1800 San Nicolaus (da cui Santa Claus) divenne, grazie a una poesia di Clement Clarke Moore (o per alcuni di Henry Livingston Jr.), il Babbo Natale che tutti conosciamo.

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Questi, come il San Nicola di Antonello da Messina, inizialmente vestiva di marrone o di verde ma, a dipingerlo in rosso, fu il primo illustratore delle pubblicità della Coca, Haddon Sundblom, associando Santa Claus ai colori della bevanda per sempre. In una delle prime pubblicità, del 1931, appare già il Santa Claus in edizione commerciale. Qui di san Nicola non resta che un pallido ricordo e dell’attributo dei tre globi d’oro restano solo i campanelli appesi al berretto e i tre vistosi bottoni dorati, in evidenza è, invece, il bicchiere della Coca Cola con il quale il Santo brinda al Natale.  Proprio il mese scorso moriva in Gran Bretagna, all’età di 85 anni, John Moore, il Babbo Natale degli spot pubblicitari. Insomma San Nicola e le sue tre sfere hanno fatto molta strada, passando dalla casa del nobile di Patara ai nostri alberi di Natale come promessa di una provvidenza che non viene meno e di una visita dall’Alto che non mancherà di portare frutti nella vita.

Immagini: Pala di San Cassiano Antonello da Messina (1475-76) olio su tavola 55,9cm×35cm
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Cartellone pubblicitario della Coca Cola del 1931 ideazione di Haddon Hubbard Sundblom
 
da Avvenire, rubrica Dentro la Bellezza

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